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Channel: Le Cronache
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Agguato ai tifosi granata di ritorno da Trapani

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Un vero e proprio agguato si sarebbe consumato nella giornata di sabato ai danni di alcuni tifosi della Salernitana che avevano seguito la propria squadra a Trapani. Nel viaggio di ritorno un minibus con a bordo una quindicina di supporters granata è stato avvicinato nel centro di Messina e speronato da alcuni facinorosi che hanno cominciato a scagliare pietre ed oggetti contundenti all’indirizzo del mezzo. L’agguato sarebbe da attribuire ad una frangia di ultras del Messina e della Casertana. Proprio i tifosi di terra di lavoro si trovavo in Sicilia per la trasferta dei falchetti a Catania.

Gemellati tra loro, i tifosi messinesi e casertani in numero maggiore rispetto a quelli granata hanno avuto un duro scontro nel quale avrebbero avuto la peggio proprio i supporters della Salernitana. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha permesso che la situazione non degenerasse. La notizia per ora non è stata confermata ma filtra esclusivamente alcuni blog di fede casertana che hanno raccontato l’episodio annunciando anche la sottrazione di sciarpe ed altro materiale ai tifosi granata.


Caldoro, Governo commissari sistema trasporti

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"Chiediamo l'intervento del Governo per commissariare i trasporti in Campania, per garantire gli utenti e i lavoratori del sistema dei trasporti regionale". Lo ha detto Stefano Caldoro, capo dell'opposizione in Consiglio regionale della Campania, nel corso di una conferenza stampa nella sede di Forza Italia a Napoli sul mancato avvio dei lavoro per l'interramento della Circumvesuviana nella zona di Nola. "Il programma di De Luca – ha spiegato Caldoro – abbiamo già capito che non si realizzerà, è un po' come in quel film di Albanese in cui si prometteva qualunque cosa. Le infrastrutture sono ferme, è fermo il sistema su ferro: noi avevamo lasciato dalla precedente amministrazione regionale 70 treni della Circumvesuviana, consapevole che ne servirebbero 90, ma ora ne funzionano solo 40. Il revamping dei treni con investimenti da 80 milioni è fermo e sta anche per fallire il sistema di trasporto su gomma. Del resto è quello che ci aspettavamo da una persona che da sindaco ha fatto fallire il trasporto pubblico locale a Salerno".

Boccia è il candidato di Confindustria Giovani

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Il salernitano Vincenzo Boccia è il candidato alla presidenza di Confindustria dei Giovani. Vincenzo Boccia ha avuto la meglio sugli altri candidati Marco Bonometti, Aurelio Regina e Alberto Vacchi. Dal confronto "è emersa una sintesi verso un indirizzo di voto chiaro e inequivocabile", si legge nella nota degli imprenditori under-40. "Il presidente dei Giovani imprenditori Marco Gay presenterà questa sintesi all'incontro con i Saggi del prossimo 8 marzo e indicherà in Vincenzo Boccia la scelta dei Giovani per la presidenza di Confindustria, riconoscendo in lui – viene spiegato – quella visione innovativa e concreta, capace di sintetizzare in modo efficace gli interessi di grandi, medie e piccole imprese e di dare centralità allo sviluppo del nostro patrimonio manifatturiero e competitività al sistema dei servizi". L'indicazione arriva dopo che, "al termine del confronto con i candidati alla presidenza di Confindustria, che si è svolto venerdì 26 febbraio, i Giovani imprenditori, riuniti in Consiglio centrale, hanno analizzato con attenzione le linee guida proposte e la loro coerenza

con i contenuti del Manifesto programmatico 'All'Italia serve più Confindustria', elaborato dagli stessi Giovani imprenditori. Al termine di un dibattito ampio nel quale ciascun territorio ha espresso la sua posizione è emersa una sintesi verso un indirizzo di voto chiaro e inequivocabile".

 

Eros Ramazzotti in concerto al PalaSele, i dettagli dello show di martedì sera

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Dopo il grande successo di Barcellona, Bilbao, Madrid, Viña del Mar e le prime due date italiane ad Acireale del Perfetto World Tour 2016, Eros Ramazzotti si esibirà domani sera, martedì 1 febbraio, al Palasele. Per la prima volta in 30 di carriera internazionale l’artista pop italiano che ha conquistato il maggior numero di Paesi con la sua musica e le sue canzoni si fermerà a Eboli con la mega produzione fortemente innovativa con cui sta girando il Mondo, fino ad arrivare ai confini più estremi della Russia dove nessun artista italiano è mai arrivato sino ad oggi. La direzione musicale è di Luca Scarpa (fidato direttore musicale) e Claudio Guidetti, (che con Eros ha prodotto Perfetto) e traghetta Ramazzotti in un mondo nuovo che unisce perfettamente il repertorio classico con la nuova musica proponendo nuovi arrangiamenti e remix: mai come in questo tour, Eros ha voluto confrontarsi con le sonoritàinternazionali rivisitando completamente i 27 brani dello show.

In scaletta molti brani tratti dal disco certificato platino Perfetto (Universal Music), stabile nelle classifiche dei dischi più venduti dei 60 Paesi che lo hanno pubblicato. Non mancano i più grandi successi della sua carriera, da “Terra Promessa” a “Dove C’è Musica”, “Se Bastasse”, “Più che Puoi”, per arrivare ai più recenti brani “Sei Un Pensiero Speciale” e “Rosa Nata Ieri”. Grande spazio per Eros musicista nella parte di assolo chitarra di “Stella Gemella”, da solo al piano in “Tra vent’anni” e, nel finale, con la versione acustica per chitarra di “Un angelo disteso al sole”; nonostante la sua carriera planetaria e i suoi 60 milioni di dischi venduti, Eros continua comunque ad investire nella musica e ha voluto accanto a se una super band di 10 elementi.

Con lui sul palco musicisti provenienti da tutto il mondo: Luca Scarpa (piano & MD), Giovanni Boscariol (keyboards), Giorgio Secco (guitar), Thomas Pridgen (drums), Paolo Costa (bass), Joe Leader (sax), Christian Pescosta (percussion & backvocal), Monica Hill e Roberta Montanari (backing vocals) e il leggendario Phil Palmer (guitar), collaboratore storico di Eros e, tra gli altri, di Bob Dylan, Frank Zappa, Robbie Williams. La regia dello show è curata da Luca Tommassini ed è arricchita da video proiezioni e da elementi di produzione ad altissimo livello tecnologico.

Gli arrangiamenti musicali per la prima volta nascono in parallelo alla costruzione dei visual, che Eros ha seguito con Tommassini entrando nella definizione di ogni singolo dettaglio. L’opening è affidata ad una speciale animazione 3D del volto di Eros, particolarmente spigoloso, che ricorda vagamente lo spirito dei disegni della Marvel e che evidenziano orgogliosamente la mappa dei segni che il tempo ha tracciato sul suo viso. Lo spettacolo è apparentemente molto semplice ma è realizzato con le più avanzate tecnologie in linea con l’avanguardia delle più prestigiose produzioni internazionali.

La maschera di Eros è una sorta di icona e lo spettacolo comincia proprio così, con le immagini vagamente ispirate al mondo delle sagome di Chaplin: sulle note de “L’ombra del gigante” ‘tanti iconici’ Eros per la prima volta lo mostrano leggero, e svelano un lato ironico che pochi conoscono. Nel corso dello spettacolo lo vediamo ballare la salsa, girare alcuni particolari contributi sott’acqua, palleggiare con se stesso in bianco e nero sulle note di “Sbandando”, o anche protagonista di un video di morphing che rappresenta un viaggio nelle diverse culture del mondo, mentre per “L’Aurora” il linguaggio dei segni di una danzatrice propone l’intero testo del brano, diventando la speciale cornice di questo emozionante quadro scenico.

Il tour è prodotto da Maurizio Salvadori, Trident Music. Media partner per il tour italiano è sempre RDS 100% grandi successi. Il tour italiano viaggia con BMW. Official carrer Meridiana. Per il tour mondiale è media partner Radio Italia. Official partner del Perfetto World Tour 2016 sono Trentino e Pirelli.

INFO UTILI. Gli ultimi biglietti ancora disponibili per la data di Eboli, a cura di Anni 60 produzioni e Veragency, saranno acquistabili direttamente al Botteghino del PalaSele aperto dalle ore 18. I cancelli saranno aperti dalle ore 19. Lo show avrà inizio alle ore 21. Per informazioni: 089 4688156, www.anni60produzioni.com, 081 7284523,www.veragency.com.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI AL PALASELE. Lo show di Ramazzotti è il primo appuntamento live del 2016 al PalaSele dove, a seguire, sono attesi i “Capitani Coraggiosi” Baglioni & Morandi in concerto il 14 marzo, l’opera moderna più famosa al mondo NOTRE DAME DE PARIS in scena il 30 aprile e il 1 maggio per tre imperdibili repliche, Marco Mengoni, che approderà il 17 maggio per l’unica tappa in Campania del #MENGONILIVE2016. Per informazioni: www.anni60produzioni.com

Il teatro di Pier Paolo Pasolini

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Di BRUNELLA CAPUTO

L’interesse per la scrittura teatrale in Pasolini risale alla sua giovinezza. Pare che il suo primo testo, scritto a sedici anni, sia un testo teatrale composto per un concorso scolastico dei giovani fascisti.  Negli anni della guerra Pasolini scrive dei testi teatrali per i suoi alunni e li utilizza come strumento didattico. Scrive poi testi in dialetto friulano, più maturi e legati a vicende del territorio. Della fine degli anni quaranta sono due testi in lingua considerati interessanti. In uno, in particolare, Pasolini narra del rapporto conflittuale, dal punto di vista psicologico, dei suoi genitori e anche del suo atteggiamento, come figlio, all’interno di questo legame non facile e pieno di dissidi. Nelle tragedie, considerate forse le sue opere più note, vengono messe in risalto tutte le problematiche psicologiche e ideologiche della sua opera. Personalmente, considero molto affascinante e interessante l’idea di Pasolini sul teatro di parola: la rappresentazione è considerata come un rito “culturale”, i veri personaggi sono le idee. In questo contesto, l’attore è considerato quasi semplicemente un uomo di cultura che comprende il testo e diventa traghettatore dello stesso verso lo spettatore, con il quale ha un’assoluta parità culturale; attori e spettatori si confrontano su uno spazio teatrale frontale. Le opere scritte nella metà degli anni sessanta, tra cui Affabulazione (pubblicata successivamente), sono considerate opere per il “teatro di parola”. Affabulazione è una tragedia. Parte da un sogno angoscioso di un padre, un ricco industriale lombardo, d’estate, nella sua villa in Brianza. Un padre che prova strane sensazioni che lo riportano a sentirsi stranamente bambino e a provare una oscura attrazione per il figlio. L’ebrezza dell’adolescenza, la libertà e l’ingenuità di questo stato dell’età umana, è ciò che il padre vorrebbe inconsciamente recuperare. La storia narrata dal Pasolini drammaturgo è una storia di attrazione e repulsione tra padre e figlio e può essere considerata come una metafora angosciante dell’ assenza di dialogo  tra due generazioni in un’epoca in cui, questo silenzio ha portato alla creazione di conflitti drammaticamente forti e a volte cruenti. Pasolini definì quest’opera “un po’ mostruosa e folle”, che attraverso la struttura della tragedia primaria narra la crisi esistenziale di un padre che vorrebbe rinnovarsi nel mistero del figlio e scoprirne l’essenza. La coppia padre/figlio, in questo testo, è avvolta in un vortice di sesso e di potere e davanti alla bellezza, purezza, vitalità e incomprensibile obbedienza del figlio, il padre riconosce la sua sconfitta. Affabulazione, come tutti i lavori pasoliniani, si presta a diverse chiavi di lettura e non può essere interpretato in maniera univoca, ma sicuramente la frattura generazionale è un elemento molto evidente. L’ombra di Sofocle svela al padre che il figlio non è un “enigma”, ma un mistero e, come tutti i misteri, non si può trasformare ragionando. Bisogna accettare questa verità, e la verità è, il cerchio in cui è contenuta l’intera opera teatrale di Pasolini.

 

Giro di assegni e ricettazione: in 57 rischiano il processo. Tutti i nomi

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Un vorticoso giro d’affari attraverso assegni di provenienza illecita. Movimenti per migliaia di euro grazie alla complicità di funzionari di banca compiacenti. La maxi inchiesta della Procura di Avellino, che coinvolge anche il salernitano (dalla città capoluogo alla Valle dell’Irno passando per Cava e l’Agro), è stata chiusa con la notifica dell’avviso di chiusura indagini e la successiva richiesta di rinvio a giudizio. Cinquantotto le persone per il quale il pubblico ministero ha chiesto il processo. Ma va precisato che una posizione è stata stralciata per intervenuto decesso dell’indagato: Carlo Rossi che, secondo il teorema accusatorio, era la mente dell’associazione. L’uomo che muoveva i fili. Il trait d’union con le banche ed altri professionisti che si fidavano ciecamente dell’uomo. L’accusa per tutti, ad eccezione di Corrado Rosanna Carla,  è di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e per falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative e falsità commessa dal privato.  I fatti contestati risalgono al 2011 e si sono materialmente verificati ad Avellino e provincia (Montoro Inferiore ed altri comuni), Napoli, Salerno e zone limitrofe, Foggia e provincia. Nello specifico i promotori del gruppo piazzavano assegni, probabilmente clonati, con l’aiuto di alcuni dipendenti di banca. In alcuni casi, con la complicità del beneficiario, venivano modificati gli importi degli assegni. I titoli, indebitamente posseduti, venivano portati all’incasso e solo una minima parte spettava a chi si recava all’istituto di credito per cambiarli dopo aver regolarmente aperto un conto corrente. L’affaire ha fruttato ai componenti dell’associazione una cifra considerevole con diversi istituti di credito e compagnie assicurative costrette a versare soldi per assegni  fasulli. Rischiano di finire a processo: Giuseppe Lampitelli, originario di Napoli,  Anna Roma, originaria di Napoli, Bedda Berbich, residente a Roccapiemonte, Gianluca Carpentieri, originario residente ad Aiello del Sabato, Gianluca Cucciniello, originario di Avellino, Mario Cefalo, originario di Solofra, Stefano Siano, originario di Solofra, Lorenzo Guarieniello, originario di Solofra, Raffaele Vitiello, originario di Avellino, Angelo Aliberti, originario di Avellino, Gelsomina Curci, originaria di Solofra, Gaetano Alfano, originario di San Michele di Serino, Clemente Carpentieri, residente a Montoro Inferiore, Elia Siniscalchi, residente a Bracigliano, Michele Gerardo Rosario Ascolese, residente a Fisciano, Alfredo Barletta, residente a Campagna, Natascia Viviani, nata a Campagna, Rosa Longo, residente a Campagna, Donato Costantino, residente a Campagna, Silvana Salvati, residente a Mercato San Severino, Andrea Iannone residente a Mercato San Severino, Natale Iannone, originario di Mercato San Severino, Marco Schiavone, residente a Mercato San Severino, Benedetto Esposito, residente a Mercato San Severino, Pietro Grilletto, residente a Pagani, Teresa Maria Diomes, residente a Torremaggiore, Leonardo Ruggieri, residente a Sannicandro Garganico, Michele Pollice, originario di Foggia, Rita La Gatta, originario di Foggia, Cristian Cafaro, originario di Salerno e residente a Pellezzano, Alfonso Rago, originario di Salerno, Domenico D’Andrea, originario di Napoli, Innocenzo Verzino, di Reino (Benevento), Carlo Mondelli, residente a Baronissi, Pietro Imparato, residente a Mercato San Severino, Sabatino Imparato, residente a Mercato San Severino, Nicola Mondelli, di Cava de’ Tirreni, Mary Mazzei, residente a Montoro Inferiore, Nicola Fimiani, di Castel San Giorgio, Silvio Pinto, di Roccapiemonte, Pasquale Russo, originario di Salerno, Giorgio Aquilani, residente a Terni, Gennaro Villari, di Baronissi, Luigi Galdi, di Mercato San Severino, Silvana Tamasco, di Roccapiemonte, Pompeo D’Auria, originario di Salerno, Massimo Senatore, residente a Fisciano, Pietro Del Vacchio, residente a Montoro Superiore, Giuseppe Teodosio, residente a Montoro Inferiore, Corrado Rosanna Carla, originaria di S. Angelo dei Lombardi, Ferdinando Pepe, originario di Pagani, Vincenzo Senatore, residente a Pontecagnano. Tra le persone offese la Zurich Insurance, la Società Cattolica Assicurazioni Società Cooperativa e diversi istittuti di credito. Nell’ampio collegio difensivo, tra gli altri gli avvocati Giovanni Gioia, Marco Salerno, Cecchino Cacciatore e Carmine Guadagno. L’udienza preliminare è stata fissata per il 24 giugno 2016 davanti al Gup del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone. 

Falsi certificati agli stranieri: Mazzini rischia il processo

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Falsi certificati per far votare gli stranieri alle primarie del Pd. Richiesta di rinvio a giudizio per Giuseppe Mazzini, dirigente dell’Ufficio anagrafe del Comune di Eboli, arresto nel marzo scorso e scarcerato ad ottobrem che ha occupato questo incarico fino allo scorso 28 febbraio è stato arrestato con l’accusa di aver prodotto falsi certificati di residenza per stranieri per farli votare alle primarie del Pd. Nell’articolata inchiesta è coinvolto  anche Emanuele Valletta,  dell’ex “Camping Miceli”. L’uomo, 35 anni, era stato già arrestato per una truffa all’Enel e per sfruttamento di stranieri nell’aprile dello scorso anno. Tra gli indagati ci sarebbe anche un noto dirigente del Pd provinciale. Nell’ordinanza, di circa 150 pagine, si sostiene che Mazzini, con Valletta e il rumeno Liviu Baldjiar,  portava voti alle primarie Pd regionali e nazionali in cambio di certificati di residenza falsi per far lavorare le donne rumene nei campi. “Si, non ti preoccupare, abbiamo distribuito il facsimile di San Matteo”. Dicevano al telefono due degli indagati.  Dove per “San Matteo” era da intendersi una persona sola: Renzi, capo del governo e segretario Pd. Ad uno dei capi del telefono c’era un rumeno che si premurava di rassicurare sulla fedeltà di certi gruppi di connazionali alla causa del Pd il responsabile dell’anagrafe del comune di Eboli, Giuseppe Mazzini, (difeso dall’avvocato Giovanni Santimone) l’uomo chiave secondo gli inquirenti di questa maxi inchiesta su un’associazione a delinquere. Rischiano di finire a giudizio anche diversi stranieri (rumeni e qualche maghrebino). Tra questi  Liviu Boldijar, Monica Livia Romocea,Octavian Florin Erdei,  Elena David, Said Bougataya, Tariq Ounaissi Laaza El Khadir. L’udienza preliminare, davanti al Gup De Luca, è fissata per aprile. Nel collegio difensivo, tra gli altri, l’avvocato Rosario Fiore. 

Processo Sea Park: De Luca, difendevo interessi territorio

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"Ero chiamato come parlamentare a difendere gli interessi del territorio, provando a salvaguardare 200 famiglie finite sul lastrico. Dopo 18 anni credo che sia giunto il momento di arrivare alla conclusione di questa vicenda". E' quanto ha affermato questo pomeriggio il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, nel corso della deposizione spontanea che ha voluto rendere ai giudici della seconda sezione del tribunale di SALERNO (presidente Siani, a latere Trivelli e Sorrentino) dove è in corso il processo che lo vede imputato assieme ad altre 41 persone, tra tecnici e amministratori comunali ed imprenditori, per la realizzazione del Sea Park, un parco marino a tema mai nato a SALERNO. I fatti risalgono – come ha tenuto a ricordare De Luca – al 1998, quando "nasce una crisi drammatica che investe i lavoratori della Ideal Standard". "Il pericolo – ha detto – era la chiusura secca dello stabilimento. Comune, Provincia e organizzazioni sindacali venimmo convocati dall'allora prefetto per cercare di trovare soluzioni che evitassero che 200 famiglie finissero sul lastrico". De Luca ha poi ricordato i vari passaggi con l'individuazione di una vasta area dove avrebbe dovuto sorgere il parco marino, che anche secondo l'architetto Oriol Bohigas avrebbe portato a SALERNOmilioni di visitatori. De Luca ha poi sottolineato che "fu deciso di fare una variante con norme di salvaguardia. Se non si realizzava il progetto – ha spiegato – tutto sarebbe rimasto invariato. E credo che così sia rimasto". De Luca ha poi ricordato che un paio di anni dopo, quando sedeva tra i banchi del Parlamento, fu sollecitato da un sindacalista salernitano ad intervenire con l'allora sottosegretario al lavoro Pasquale Viespoli, già sindaco di Benevento, affinchè si prodigasse a far rinnovare la cassa integrazione per i dipendenti della Ideal Standard. Vincenzo De Luca è imputato per i reati di associazione per delinquere, abuso e truffa. L'udienza è stata rinviata al prossimo 14 marzo quando il pm Vincenzo Montemurro terrà la requisitoria. 


Amatruda, mi candido sindaco per trasformare Salerno

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"La scelta di candidarmi a sindaco nasce dalla voglia di trasformare questa città, di costruire una città delle opportunità per tutti e non per pochi". Si è presentato così, questo pomeriggio, Gaetano Amatruda, candidato a sindaco della città di SALERNO supportato dalla coalizione di centrodestra, Nuovo Psi, Noi con Salvini, Forza Italia e Rivoluzione Cristiana. Con lo slogan "SALERNO ti presento il futuro" dalla nuova sede elettorale, Amatruda ha detto di essere mosso "dalla voglia di immaginare uno sviluppo per la zona industriale e il rilancio della città turistica, dalla voglia di portare in questa città uno shock fiscale dal momento cheSALERNO paga le tasse più alte d'Italia e soprattutto dalla voglia di superare i personalismi e lavorare a un progetto che sia svolto nell'interesse esclusivo dei cittadini". Amatruda ha anche ricordato l'ex sindaco Vincenzo Giordano, del quale oggi ha indossato una cravatta come portafortuna. "Sono cresciuto con Enzo Giordano – racconta – e sono orgoglioso di essere stato per lui come un figlio e lui per me come un padre. Con lui ho scoperto che la politica è passione, dedizione, servizio". "La politica – rimarca Amatruda – deve saper parlare alla società. SALERNO è una gran bella città; i salernitani hanno un senso civico altissimo. Dall'altro lato SALERNO è una città che troppo spesso si chiude e rinuncia alla costruzione dei propri sogni. Io voglio parlare ad entrambe le due parti della città: a quella che sogna e a quella che si arrende e provare a metterle insieme". Secondo Amatruda "la nostra sarà la rivoluzione della trasparenza, in quanto, in questi anni, la trasparenza in questa città è stata una sconosciuta, basti pensare alle assunzioni che vengono fatte per pochi fortunati; non ci sono procedure trasparenti e il comune non è una casa di vetro ma una casa troppo spesso opaca". Escludendo una lista a sua nome, ha rimarcato che "noi siamo la coalizione di centrodestra con il Nuovo Psi, Noi con Salvini, Forza Italia e Rivoluzione Cristiana, siamo anche un cantiere aperto alle associazioni e alle esperienze della città visto che il meglio di questa città sta fuori. I partiti hanno un compito se parlano e si aprono alla società". "Con Fratelli d'Italia – conclude – il ragionamento è ancora aperto. Abbiamo governato insieme alla regione Campania e questa provincia; non vedo motivi per dividerci. Dobbiamo ragionare sulle cose che si vogliono fare, non ragionare sulle segrete stanze dei partiti ma facendolo con la città tutti giorni".

L’ alienazione della famiglia Campione

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Entusiastico successo di critica e pubblico per gli Omini, compagnia pistoiese, ospite della stagione Mutaverso, diretta da Vincenzo Albano

Di GEMMA CRISCUOLI

L’alienazione è contagiosa. Attraversa corpi e stagioni della vita, fiorendo indisturbata tra le mura domestiche. Applaudita dal Teatro del Giullare nell’ambito di Mutaverso, la stagione diretta da Vincenzo Albano, la compagnia pistoiese Gli omini ha proposto “La famiglia Campione”: nomen omen, dato che rappresentano il prototipo del nucleo familiare di oggi proprio nell’assurdità dei loro comportamenti. Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini, che sono attori e interpreti con Giulia Zacchini, creano personaggi che non si dimenticano attraverso efficaci sfumature, incarnando a turno tre generazioni in un quadro che non ha nulla di rassicurante. La casa è quanto mai affollata: un nonno che vorrebbe vedere slanci nei giovani, un altro che ricorda con rabbia il passato, una nonna che passa la vita tra preghiere e moniti, Luana e il suo rancore verso il quotidiano, divorziata da Marcello, annichilito da una vita imprigionata, e risposata con Giancarlo, ubriaco del proprio ego, lieto di avere nel primo marito della donna la sua vittima prediletta e padre di Enrico, che nasconde la fragilità sotto la supponenza. I figli di Marcello sono Dario, ribelle senza causa, Mara, alle prese con una femminilità problematica, Bianca, non tanto una voce, ma un silenzio fuori dal coro. Ogni figura è inchiodata alla sua condizione con un’amarezza che non è meno viva se mescolata a un sarcasmo che non fa sconti a nessuno. Il ricorrere di gesti ed elementi, come i tristi gilet passati da un figlio all’altro, la busta che Marcello porta con sé per fare doni improbabili ed essere finalmente accettato, le mele mangiate con avidità o nervosismo alludono all’impossibilità di evadere da quella prigione che è la famiglia. Anche il viaggio a Dubai di Enrico appare una velleità più che un proposito. E se la casa è simbolo di un’immobilità mentale, l’unica risposta è mutare senso alla reclusione, che diviene spazio del proprio essere precluso a chi non comprende. Bianca si chiude in bagno senza comunicare con nessuno. L’unico segnale, non a caso, sarà “Summer on a solitary beach” che allude a un benefico naufragio e scatenerà l’inutile entusiasmo di Dario, che si limita a un tragicomico disprezzo del contesto. La giovane uscirà per mangiare una mela e si rinchiuderà di nuovo. Le parole sono inutili. Mai perdere di vista le porte chiuse. Veleno e frustrazione, quasi sempre, abitano lì.

 

Una buca in via Marino Paglia manda in tilt il traffico in centro

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Salerno. Una buca nell'asfalto in via Marino Paglia manda in tilt tutto il traffico nel centro cittadino. Bloccato un pullman snodato del Cstp diretto all'Università a Fisciano

Salerno: delitto alle Fornelle, indagata anche la figlia di De Marco

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C’è un altro indagato per l’omicidio di Eugenio Tura De Marco, il carrozziere assassinato dal genero Luca Gentile venerdì 19 febbraio nel suo appartamento. La Procura di Salerno  ha iscritto nel registro degli indiziati di reato anche la figlia della vittima, Daniela.  Accertato chela ragazza era stata avvisata dal fidanzato dell’omicidio del padre,  sembrerebbe scontata la contestazione di favoreggiamento per non aver denunciato quanto accaduto. Ma nelle scorse ore, qualcosa potrebbe aver cambiato la sua posizione. La donna rischia di passare dall’accusa di favoreggiamento al concorso in omicidio. Sarà il corso delle serrate indagini a motivare l’accusa da formulare alla 23enne.

I genitori di Luca Gentile, ascoltati dal sostituto procuratore Elena Guarino hanno ribadito di «essere estranei alla vicenda». La dinamica ricostruita nella confessione non convince del tutto. Si continua a indagare per verificare se Luca fosse andato a casa della vittima in compagnia di altri, che lo avrebbero aiutato nell’omicidio e avrebbero poi cercato di inquinare la scena del delitto. Luca Gentile ha confermato di essersi recato subito dopo nell’appartamento del suocero, di aver portato il coltello a serramanico che tiene sempre con sé e di averlo ucciso dopo l’ennesimo approccio sessuale e le minacce di morte a lui e alla figlia. Per gli inquirenti, però, potrebbe non essere tutto.

Migranti: disabili e minori sfruttati come mendicanti, 3 arresti

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Una banda di romeni nel Salernitano ha 'gestito' 32 mendicanti, di cui 2 minorenni, costringendoli a chiedere l'elemosina quotidianamente. Il gip del tribunale di Salerno, dopo indagini dei carabinieri di Nocera Inferiore, ha emesso tre misure di custodia cautelare a carico di tre dei componenti dell'organizzazione con base logistica nel campo rom della cittadina dell'agro nocerino-sarnese. La banda ha fatto entrare in Italia irregolarmente decine di loro connazionali, alcuni con menomazioni e disabilita' fisiche, perche' mendicassero nei pressi di supermercati, chiese, incroci stradali con semafori; quanto guadagnato doveva essere consegnato ogni giorno all'organizzazione, pena violenze fisiche o privazioni. Le accuse contestate sono di tratta di persone e riduzione in schiavitu'. Altri due romeni, destinatari del provvedimento restrittivo, sono irreperibili e indagato e' anche un minorenne.

Salerno omaggia il grande bardo

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Week-end dedicato all’inglese shakespeariano e alla lingua napoletana del ‘600 con Shakespea re di Napoli e “La Tempesta”

Di OLGA CHIEFFI

Teatro Verdi e sala Pasolini nel segno di William Shakespeare in questo week-end veramente affollato di eventi. Al massimo cittadino, nell’ambito del segmento dedicato alla drammaturgia contemporanea, è stato ripreso il premiatissimo, ormai splendido ventiduenne, “Shakespea Re di Napoli”, un lavoro intenso di Ruggero Cappuccio, magnificamente messo in scena dai fidi Ciro Damiano nei panni di Zoroastro e Claudio Di Palma in quelli di Desiderio,  e il testamento spirituale del bardo, “La tempesta”, andata in scena nella nuova Sala Pier Paolo Pasolini, interpretata dalla compagnia dilettantistica “Il teatro degli Attori”, guidata da Franco Alfano, che si è avvalsa dell’opera di due attori professionisti, Antonio Grimaldi e Ciro Girardi. Su entrambe le scene le due lingue, le due particolari architetture espressive, l’inglese elisabettiano e il barocco napoletano hanno preso a sfidarsi. In Shakespea Re di Napoli erano gli endecasillabi dei centocinquantaquattro Sonnets, dedicati al fantomatico W.H (Will:Desiderio e Heart:Cuore) a specchiarsi nel mare della sirena Partenope, quasi un passaggio di testimone, tra le due lingue, in una notte di Carnevale, una notte di sogno, agonia, morte, trascorsa in un lungo duetto tra i due attori, in un crescendo di emozioni che abbiamo avvertito intensificato in quel venir meno, in un’intimità poetica col “nascosto” di noi stessi. Segrete figure, la venuta di Shakespeare a Napoli, a svelare segreti che abitano in fondo a noi stessi, immagini abbreviate di vite e morti, alla ricerca di una parola singola, lampi inspiegabili, unici. Ciro Damiano e Claudio Di Palma, coppia rodatissima, animano un palcoscenico fatto di ombre e di turchese, donandoci i suoni dei sensi, una lingua fluttuante, che ancora risuona sulle note del solo d’oboe firmato da Paolo Vivaldi che chiude l’opera sposando questa scena d’amore con musica marina, una melodia infinita caratterizzata da un delirante, sensuale, gioco musicale che non porta ad alcuna meta definita, ad alcun approdo sicuro, l’ancia che si colora di un timbro unico, fatto di fuoco e di cenere, allusiva più che rappresentativa dell’inestinguibile scambio osmotico di un eros tinto di sacrificio e di bellezza febbrile, che la luna algidamente torna a rischiarare. “Il Teatro degli Attori”, dopo la chiacchierata scelta della Die Dreigroschenoper, del binomio Weill-Brecht, prodotta lo scorso anno sul palcoscenico del massimo cittadino, quest’ anno si è cimentato con “La Tempesta” di William Shakespeare, seguendo le tracce di certa critica che la commedia celasse le sue fonti in alcuni scenari della commedia dell’arte, o il Croce che ardì esprimere che si trattasse di una commedia o di uno scenario elaborato da comici partenopei, con parti buffe napoletane. Franco Alfano ha inteso mescolare la traduzione di Eduardo De Filippo in napoletano antico e quella in lingua, forse ripensando al Tato Russo del “Sogno di una notte di mezza estate” lasciando esprimere gli spiriti rozzi, Stefano, Trinculo e Calibano, attraverso la musicalità della nostra lingua, eccezionalmente duttile e adatta a far vivere fatti e creature magici e misteriosi e offrendo loro molto spazio e gli spiriti nobili, Prospero, Ariel, Miranda, Gonzalo, Sebastiano e il resto dei naufraghi in italiano, sacrificando diverse parti del testo. Si è levato, così, un alto scalino, tra gli attori professionisti, che hanno interpretato i ruoli di Calibano (Ciro Girardi) e Stefano (Antonio Grimaldi), supportati dal Trinculo, affidato ad Aldo Arrigo e i dilettanti, lontanissimi dal poter affrontare un classico così complesso, che avrebbero dovuto esprimersi con una dizione perfetta, di scuola, tra cui possiamo dir bene unicamente di Miranda, una promettente Rosaria Vitolo, e di un dignitoso Prospero, cui ha dato voce Gino Del Bagno. Riguardo la regia, in un teatro multimediale con 14 proiettori, usati unicamente nel finale, all’apparire delle dee, si poteva sperare in qualcosa di più, in particolare nella realizzazione della tempesta iniziale, ottenuta con il nostromo su di una pedana mobile, spostata in tutte le direzioni, unitamente all’intera ciurma. Menzione per i due musicisti, Alessandro Ferrentino che ha donato alla rappresentazione il suono dello hang, un vero bagno di suoni esotici, alternandosi anche alla tammorra,  e Giovanni Di Donato alla chitarra, ukulele e balalaika. Fuori del teatro, il mare color del sapone mugghiava furente. La tempesta. 

Sea Park, i dieci minuti di De Luca e l’amianto dimenticato

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di Andrea Pellegrino

In dieci minuti ha liquidato la vicenda Ideal Standard/Sea Park. Vincenzo De Luca, oggi nelle vesti di governatore della Campania, dichiara in aula (nell'ambito del processo in corso) di aver “difeso all'epoca i lavoratori”. Più di duecento alla chiusura dello stabilimento. Molti dei quali sono deceduti nel corso del tempo e molti dei quali furono richiamati dalla società Sea Park per liberare la vecchia fabbrica e pulire tutto per far spazio al mega parco marino che avrebbe dovuto risollevare le sorti dell'economia di Salerno. Via tutti i vecchi macchinari dell'Ideal Standard, via tutto, anche al costo di interrare amianto. Vincenzo De Luca ricorda quel che è stato ma non quel che è. Il parco marino non è stato mai realizzato, l'area è completamente abbandonata e forse il sito (dell'ex Ideal Standard) è anche contaminato dall'amianto interrato. Poi i lavoratori, preoccupati per la loro salute dopo i continui decessi per patologie tumorali, chiedono giustizia e verità, combattendo da soli e con le proprie armi. Innanzi al giudice del lavoro si sono visti due volte bocciare l'istanza per il riconoscimento dei benefici previdenziali per l'esposizione all'amianto – durante la lavorazione Ideal Standard. Il motivo? Il no secco dell'Inps, lo stesso che concesse all'epoca gli ammortizzatori sociali portati d'esempio da Vincenzo De Luca. Poi, sempre i lavoratori, seguiti dagli avvocati Amantea e Stabile, attendono che la Procura della Repubblica autorizzi l'indagine presso l'opificio. Loro stessi saranno disponibili ad indicare dove è stato interrato l'amianto proveniente dalle demolizioni della fabbrica. Il Noe attenderebbe solo il via libera da parte della Procura della Repubblica e quindi del pm titolare dell'eventuale inchiesta. Intanto l'Arpac si è mossa, così come la Cisl che attraverso l'Adicosum ha messo nero su bianco quanto raccontato in questi mesi – anche su queste colonne – ed ha portato l'esposto direttamente in Procura. Negli ultimi giorni anche il Comune di Salerno si è mosso. Prima con una commissione consiliare dedicata alla vicenda e poi con una nota invitata agli organi preposti. Tutti disponibili ad accertare la verità. Mancherebbe solo l'ultimo atto: quello da parte della Procura di Salerno per l'avvio delle indagini. Le visure avrebbero sancito anche la proprietà dell'opificio che resta – stando alle carte – in capo alla società SeaFarm, che ha inglobato nel tempo la SeaPark.  


Abusi sui bambini dell’amico: Maisto rischia 10 anni

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Rischia dieci anni di carcere Pietro Maisto, accusato aver abusato sessualmente di due fratellini che all’epoca dei fatti avevano 7 e 5 anni. Un orco travestito da amico di famiglia secondo la ricostruzione degli inquirenti (l’inchiesta è stata condotta dal pubblico ministero Elena Guarino).  Secondo il teorema accusatorio l’uomo dopo le sevizie e gli abusi minacciava pesantemente i due ragazzini affinché non facessero parola con nessuno delle sevizie che perpetrava ai loro danni. Il sessantenne in passato aveva già avuto guai con la giustizia ma per vicende del tutto diverse. Una orribile storia ricostruita in base ad accurate indagini svolte da personale specializzato della Squadra mobile. I fatti risalgono al biennio 2009/2010 quando l’uomo – senza fissa dimora e con piccoli precedenti penali – riuscì ad ottenere ospitalità presso l’abitazione di una famiglia amica del figlio: da quel momento per i due bambini, un maschietto ed una femminuccia è iniziato l’incubo. Gravissimi abusi sessuali, perpetrati – a quanto si apprende – in assenza dei genitori delle piccole vittime e pesanti minacce per comprare il loro silenzio. A quanto pare, il 69enne – in più di una occasione – avrebbe minacciato il maschietto di sette anni, che tentava di ribellarsi alle violenze subite da lui e dalla sorellina – con un coltello. Un abominio emerso solo nel corso dell’anno passato allorché i due bambini furono trasferiti presso una casa famiglia in virtù di alcune anomalie comportamentali e per il grave disagio sociale vissuto dalla  famiglia di origine. l’uomo avrebbe negato di aver abusato dei due ragazzini e di averli picchiati. Avrebbe, inoltre, riferito che pagava la stanza in quell’abitazione dove aveva chiesto ospitalità e che usciva la mattina presto per rientrare la sera tardi. L’uomo  avrebbe sempre negato qualsiasi contatto riferendo che i due giovani li vedeva di sfuggita solo per un veloce saluto la sera o la mattina quando usciva. Nel corso del dibattimento non mancati momenti accesi con perizie e consulenze che avrebbero tirato in ballo anche responsabilità in vigilando dei familiari. Ieri, in occasione della requisitoria, il pubblico ministero ha ribadito il grave quadro indiziario nei confronti di Pietro Maisto , difeso da Gino Bove, chiedendo una condanna a dieci anni di carcere. I genitori dei ragazzini sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Antonietta Cennamo. Il marzo le arringhe della difesa e la sentenza. 

Il “rito” di De Luca prima delle deposizione

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di Giuseppe D’Alto

Fino a due mesi fa sembrava allergico alle aule giudiziarie. Nessun interrogatorio, né un semplice atto di presenza nei processi che lo vedevano imputato. Ieri Vincenzo De Luca, governatore della Campania ed ex sindaco di Salerno, ha varcato la soglia di Palazzo di Giustizia per la seconda volta in un mese e mezzo. Magari sarà anche per questione di scaramanzia (dopo l’assoluzione in Appello per la vicenda del termovalorizzatore) che ha deciso di rendere dichiarazioni spontanee ieri pomeriggio in occasione del processo relativo alla realizzazione del parco acquatico Sea Park dove è imputato per truffa aggravata e associazione a delinquere. Il governatore è arrivato intorno alle 15,50, quasi sorprendendo chi lo stava attendeva da quasi un’ora, “scortato” dal suo staff ed accompagnato dall’onnipresente Felice Marotta (in aula era presente anche Alberto Di Lorenzo). L’ex sindaco, a sorpresa, si è fermato in aula vuota, quella solitamente dai giudici della Corte d’Assise e dalla terza sezione penale, in attesa che i giudici iniziassero il lungo appello (42 imputati). Nell’aula buia si è soffermato a parlare, brevemente, con il solo Felice Marotta ed ha chiesto di non essere disturbato (tradotto avvicinato) da nessuno (chiedendo eventualmente l’intervento delle forze dell’ordine). Il solitario De Luca ha atteso la chiamata passeggiando da un lato all’altro dell’aula cercando un punto dove ci fosse campo per effettuare una telefonata.Marotta lascia l’aula di udienza per raggiungere De Luca: è il momento di rendere le dichiarazioni spontanee davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno (presidente Siani, Cantillo e Trivelli a latere).

Le dichiarazioni. Uno dei componenti del collegio difensivo chiede di anticipare l’escussione di un teste da lui indicato ma l’avvocato difensore dell’ex sindaco, Paolo Carbone, evidenzia che Vincenzo De Luca ha un importante impegno istituzionale e deve partire per Roma. Il tribunale decide di ascoltare il governatore: “I tempi saranno stretti”. Tra l’altro, essendo dichiarazioni spontanee, né il pm Vincenzo Montemurro né le difese potranno fare domande. “Ci trovavamo di fronte ad una situazione gravissima dopo la decisione dell’Idea Standard di chiudere lo stabilimento di Salerno. C’erano 200 famiglie dal salvaguardare. Il progetto parte da un’iniziativa del Prefetto che convoca le istituzioni (Comune e Provincia) per trovare una risposta imprenditoriale. L’unica soluzione possibile era quella di un investimento sostitutivo ed il parco marino poteva essere la soluzione giusta per salvare posti di lavoro e rilanciare un’area industriale che stava iniziando ad accusare i primi effetti della crisi. Un nuovo destino turistico per quell’area con un elemento di attrattiva che poteva portare oltre un milione di persone. Anche il Prefetto spingeva per questa soluzione per salvaguardare i posti di lavoro e lo stesso Bohigas, impegnato nell’attuazione del piano regolatore che avrebbe ridisegnato la città, ne era entusiasta. C’era una variante da approvare ed un’area da localizzare. Siccome si trattava di un intervento delicato in un’area di interesse pubblico ci affidammo ad un autentico professionista esterno: Edilberto Ricciardi”. Con il legale, deceduto qualche mese fa, si individuò una soluzione particolare per l’approvazione della variante. “Inserimmo la clausola di salvaguardia: se il Parco Marino non fosse stato realizzato, l’area Ex Ideal Standard sarebbe tornata a destinazione industriale”. De Luca precisa: “L’individuazione dell’area spettava esclusivamente all’Ufficio di Piano ed all’assessore all’Urbanistica dell’epoca (Fausto Martino). Non c’è stata nessun interferenza. Non conoscevamo i titolari dell’area dove realizzare il parco né le aziende. Inoltre la definizione degli oneri urbanistici è definita dagli uffici (urbanistici e legali ndr) nell’interesse esclusivo della pubblica amministrazione. Tra l’altro c’era da affrontare anche il delicato tema della viabilità con la litoranea che si presentava in maniera diversa rispetto a quella che è in corso di realizzazione”. Il governatore sposta l’attenzione sulla questione della cassa integrazione: “Si era raggiunto un accordo a Roma per concordare la cassa integrazione ai lavoratori dell’ex Ideal Standard, una boccata d’ossigeno ma questa, ovviamente, era soltanto una soluzione temporanea. Con l’avvicinarsi della scadenza non si realizzava nulla. Il buio per cento famiglie. Fui sollecitato da parlamentare. Avevo un sindacalista, Giovanni Berrito, che mi chiamava tutte le mattine sollecitando un intervento. Un amico… un amico (lo ripete accompagnando l’esternazione con un ghigno). Contattai Pasquale Viespoli, all’epoca sottosegretario al ministero del lavoro. Ribadii che la situazione era grave e c’era il rischio di blocchi stradali e ferroviari”. De Luca ribadisce: “In questa vicenda ho l’interesse del nostro territorio, la nostra comunità in un periodo di tensioni e di crisi che si sta tuttora trascinando”. L’ex primo cittadino chiude il suo intervento (durato venticinque minuti) evidenziando che… “Dopo 18 anni si può arrivare, con totale serenità e fiducia, ad una conclusione di questa vicenda in cui il mio unico interesse era dare una mano a 200 persone e la realizzazione di un progetto turistico era l’unica soluzione plausibile”. L’udienza è stata aggiornata al 14 marzo con il processo che volge rapidamente verso la definizione. 

Omicidio De De Marco: indagata la figlia

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La finestra prima aperta e poi chiusa. Il giallo della porta chiusa a chiavi. Elementi questi che hanno dato un ulteriore svolta nell’inchiesta per l’omicidio di Eugenio Tuda De Marco. La figlia Daniela è indagata per favoreggiamento anche se gli inquirenti, l’inchiesta è coordianta dal pubblico ministero Elena Guarino, stanno verificando un suo coinvolgimento nell’azione delittuosa. Le contraddizione emerse dopo gli interrogatori resi hanno fatto emergere il coinvolgimento della giovane che si sarebbe recata nell’appartamento del padre la mattina successiva al delitto per ripulire l’appartamento. Tra l’altro solo Daniela Tuda De Marco avrebbe potuto chiudere la porta d’ingresso a chiave. Il fidanzato, che la sera si era recato a casa di Gegè per un chiarimento, non ne era in possesso. Ulteriori chiarimenti sugli intrecci tra i tre protagonisti del giallo delle Fornelle potrebbero emergere dalla perzia sui telefoni cellulari. Il sostituto procuratore, Elena Guarino, sta verificando la possibilità di chiedere l’autorizzazione per ricostruire i messaggi scambiati via whatsupp tra Daniela Tuda De Marco , Luca Gentile ed il padre. Daniela Tuda De Marco era a conoscenza della visita del fidanzato al padre e, probabilmente, anche di quanto accaduto successivamente.  IUna signora anziana sostiene di aver visto la giovane entrare nell’abitazione di Eugenio De Marco il sabato mattina. Appartamento che, nonostante le nove coltellate inferte alla vittima, era pulito al momento del ritrovamento del cadavere con pochissime macchie di sangue sul pavimento.  Il giovane salernitano ha riferito di aver subito molestie sessuali dal sessantenne anche se ha negato di aver avuto rapporti sessuali di alcun tipo. Avances esplicite con tentativi di mettere le mani addosso al giovane.   Anche su quest’aspetto gli inquirenti vogliono vederci chiaro anche perché sia stato lo stesso Eugenio Tuda De Marco a far conoscere la figlia al giovane salvo poi minacciarlo di allontanarlo nel caso non avesse rapporti con lui.  Non sono emersi, al momento elementi rilevanti per contestare l’omicidio preterintenzionale.   Nelle scorso ore sono state ascoltate diverse che non avrebbero aggiunte elementi rilevanti.   Gentile, in occasione dell’ultimo interrogatorio, ha ribadito quanto riferito in occasione nell’interrogatorio reso all’alba di domenica. Il ventiquattrenne ha ribadito che Eugenio Tuda  De Marco aveva avanzato l’ennesima avances sessuale minacciandolo di non fargli vedere più la figlia. L’uomo era ubriaco e quella sera sembra fosse più alterato del solito. Ha aggredito alle spalle il ventiquattrenne che saltuariamente lavorava con lui occupandosi di traslochi. Il giovane si ribella ma l’uomo – secondo la versione fornita da Gentile- gli mette una mano sul collo ed un’altra sui genitali. Il giovane per divincolarsi ha afferrato il coltello che aveva indosso ed ha colpito il sessantenne ad una gamba. Eugenio Tuda De Marco ha provato ad afferrare un coltello da cucina che era posizionato su un mobile ma il ventiquattrenne è riuscito ad impedirlo colpendolo con un calcio. Al momenti i legali difensori non ha depositato ricorso al Riesame. 

Doccia gelata all’Arechi, l’Entella acciuffa la Salernitana al 94′

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di Marco De Martino

SALERNO. Un pareggio inutile, beffardo, drammatico: la Salernitana in pieno recupero getta alle ortiche due punti regalando un gol a Iacoponi ed un punto insperato all’Entella ormai ridotta in dieci uomini. Dopo il gol iniziale di Troiano, Colombo e Bus avevano ribaltato la situazione e sembrava fatta per il ritorno alla vittoria dei granata. Poi la doccia gelata. E la Lega Pro sempre più vicina.

Primo squillo al 3’ con Zito che dai trenta metri lascia partire un sinistro insidioso che impegna Iacobucci. Nei minuti successivi la Salernitana stringe d’assedio l’Entella, creando un paio di mischie pericolose con Coda e Bus, ben sbrogliate da Iacobucci. La Virtus però costruisce all’8’ l’occasione più nitida per passare in vantaggio: sugli sviluppi di un corner la palla arriva a Sini il quale da posizione defilata dai 25 metri lascia partire una fiondata deviata sul palo da Terracciano. L’Entella prende campo, domina ed al 20’ passa: mischia furibonda in area granata, Terracciano devia dopo una rovesciata di Troiano, la respinta corta viene raccolta da Caputo che difende palla e serve ancora l’accorrente Troiano che fulmina il portiere granata. Proteste veementi di Moro e compagni per un blocco su Bagadur e Bernardini che ha impedito loro di intervenire. La Salernitana reagisce in maniera veemente e sfiora il pari subito con Gatto che sottrae palla a Coda (messo meglio di lui) e conclude incredibilmente fuori. La Salernitana spinge ed al 28’ Iacobucci è strepitoso nel respingere un bolide su punizione di Zito deviato in barriera. Sul corner che ne nasce Bus fa da sponda sul secondo palo per Colombo che firma l’1-1 meritatissimo. Al minuto 43’ Caputo, ben servito da Costa Ferreira, cicca il pallone a due passi da Terracciano graziando la Salernitana. E’ l’ultima emozione di un primo tempo ricco di episodi ma che si chiude sul pareggio.

Pronti via e la Salernitana passa in vantaggio con l’uomo che non t’aspetti. Il rumeno Bus prende palla sulla trequarti, salta un paio di avversari e dal limite lascia partire una fiondata che piega le mani a Iacobucci. Al 50’ ci prova l’ex Sestu che con la complicità di Terracciano, che non trattiene un tiro sembrato innocuo, mette i brividi all’Arechi. Al 62’ la Salernitana potrebbe chiudere il match ma Coda in estirada arriva un istante dopo sul servizio di Zito. L’Entella a questo punto rompe gli indugi e si riversa nella metà campo granata, ma la Salernitana controlla con diligenza le sfuriate liguri. Al minuto 82’ il neo entrato Palermo si fa espellere per una gomitata a Colombo. In superiorità numerica la Salernitana riesce a regalare una punizione al 94’ all’Entella da cui nasce l’incredibile rete del pareggio di Iacoponi che svetta indisturbato in area granata e fa secco Terracciano. Sull’azione successiva la Salernitana avrebbe anche l’opportunità di vincerla, ma Coda spara in bocca a Iacobucci da centro area. La maledizione si abbatte di nuovo sui granata, sempre più vicini alla retrocessione in Lega Pro.

SALERNITANA – ENTELLA 2-2

SALERNITANA (4-4-2): Terracciano; Colombo, Bernardini, Bagadur, Franco; Gatto (69’ Oikonomidis), Pestrin, Moro, Zito (78’ Ceccarelli); Bus (90’ Bovo), Coda. A disp.: Strakosha, Empereur, Trevisan, Tuia, Rossi, Tounkara. All.: Menichini.

VIRTUS ENTELLA (4-3-1-2): Iacobucci; Iacoponi, Ceccarelli, Pellizzer, Sini (71’ Palermo); Staiti, Troiano, Sestu; Costa Ferreira; Caputo (61’ Masucci), Di Carmine (84’ Puntoriere). A disp.: Paroni, Volpe, Benedetti, Keita, Zanon, Otin. All.: Aglietti.

ARBITRO: Abbattista di Molfetta (Colella-Disalvo IV uomo: Marini di Roma 1)

MARCATORI: 20’ Troiano, 29’ Colombo, 46’ Bus, 94’ Iacoponi

NOTE: Spettatori 9156 (quota abbonati 5418) di cui una decina provenienti da Chiavari. Ammoniti Ceccarelli (E), Bagadur, Sini, Sestu, Pestrin, Ceccarelli (S)­. Espulso all’82’ Palermo per gioco scorretto. Recuperi 0’ e 4’

Spaccio di droga: 33 misure cautelari tra Piana del Sele e napoletano. I nomi e le foto

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vittorio pone

Giuseppe Curcio

Vincenzo Strollo

Antonio Sorrentino

Giuseppe Salerno

Francesco Rainone

Francesco Romania

Antonietta Di Marco

Adriano Francione

Carmine Landi

Gianluca Di Benedetto

Alda Di Benedetto

 Pietro Junior Del Mastro

Biagio Parisi

Guglielmo Di Martino

Guglielmo Di Martino

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Comunicato Stampa

 

 

Il 2 marzo 2016, a Salerno, Battipaglia (SA), Bellizzi (SA), Pontecagnano (SA), Giffoni Valle Piana (SA), Montecorvino Pugliano (SA), Eboli (SA), Napoli e Boscoreale (NA), i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Salerno, supportati da due unità del Nucleo Cinofili di Sarno (SA) e da un equipaggio del 7° Elinucleo di Pontecagnano (SA), avvalendosi dell’ausilio dei reparti territorialmente competenti, hanno eseguito un provvedimento cautelare emesso dal GIP presso il Tribunale di Salerno, su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica-DDA, nei confronti di 34 indagati (13 in carcere, 15 agli arresti domiciliari e 5 obbligo di dimora), ritenuti responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti (6 persone), nonché del reato di spaccio di stupefacenti del tipo “cocaina”, “hashish” e “marijuana” (27 persone).

Le indagini compendiate nell’operazione “THUNDERBOLT 1”, hanno avuto inizio a seguito dall’omicidio di PERSICO Vincenzo (perpetrato a Montecorvino Rovella-SA il 19 gennaio 2014), con lo scopo di definire il contesto delinquenziale in cui era maturato il delitto. All’esito dei primi sviluppi investigativi, il 25 gennaio 2014 furono individuati e sottoposti a fermo di indiziato di delitto quattro pregiudicati locali (VOLPICELLI Alberto, DI LUCIA Angelo, BRUNETTO Nicola e LAMBERTI Domenico), ritenuti coinvolti a vario titolo (esecutori materiali i primi due, favoreggiatore e mandante) nell’omicidio.

L’analisi delle risultanze info-investigative emerse sul conto del pregiudicato LAMBERTI Domenico (alias “Mimmo ‘a mafia”) ha, in par

Mario Castagna

Mario Capriglione

Rosanna Abbate

Samuel Giuliani

ticolare, consentito di accertare che lo stesso era elemento di riferimento per una fitta rete di pusher locali dediti allo spaccio di stupefacenti nei Comuni di San Cipriano Picentino (SA), Montecorvino Pugliano (SA), Giffoni Valle Piana (SA) e località limitrofe, e che i contrasti con il PERSICO erano sorti a causa dell’intromissione di quest’ultimo negli affari illeciti e nella gestione dello spaccio nei medesimi Comuni.

Le investigazioni dalle quali scaturisce il provvedimento in argomento, in particolare, hanno consentito di:

–    individuare i componenti di un nuovo gruppo criminale operante a Battipaglia (SA) e località limitrofe, delineando i ruoli ricoperti dai sodali (promotore, organizzatori delle attività di spaccio, fornitori abituali, corrieri addetti all’acquisto ed al trasporto dello stupefacente e pusher), le modalità di smercio dello stupefacente e il volume di affari giornaliero (il guadagno, al netto delle spese per approvvigionare la droga, è stimato in circa 1.000 euro al giorno);

–    accertare la contestuale operatività, nella Piana del Sele, di quattro significative reti di spaccio, autonome rispetto al gruppo criminale pur con saltuari rapporti di collaborazione con lo stesso, composte da diversi pusher che si rifornivano alternativamente presso la piazza di spaccio di Napoli-Scampia (Lotto H) e l’hinterland partenopeo (Boscoreale), approvvigionando il mercato illecito di Battipaglia, Pontecagnano, Bellizzi, Eboli e dei Comuni Picentini;

–    trarre già in arresto una persona e deferirne due in stato di libertà, nonché effettuare numerosi recuperi e sequestri di sostanza stupefacente sugli acquirenti.

Nel contesto delle operazioni è stato eseguito un decreto di perquisizione domiciliare e personale nei confronti di ulteriori 10 indagati, ritenuti responsabili di spaccio di stupefacenti

 

I NOMI

OPERAZIONE “THUNDERBOLT”

 

 

MISURA CAUTELARE IN CARCERE

 

 

  1. COPPOLA Romina, nata a Genk (B) il 24.09.1989, residente a Battipaglia (SA);
  2. DI BENEDETTO Alda, nata a Battipaglia (SA) l’1.04.1987, ivi residente, pregiudicata;
  3. DI BENEDETTO Gianluca, nato a Battipaglia (SA) il 14.01.1979, ivi residente, pregiudicato, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Bellizzi Irpino (AV);
  4. DI BENEDETTO Jessica Paola, nata a Battipaglia (SA) il 12.10.1993, ivi residente, pregiudicata;
  5. DI MARCO Antonietta, nata a Montecorvino Pugliano (SA) il 5.05.1954, residente a Battipaglia (SA), pregiudicata, attualmente detenuta agli arresti domiciliari;
  6. PARISI Biagio, nato a Salerno il 4.11.1976, residente a Battipaglia (SA), pregiudicato;
  7. CAPRIGLIONE Mario, nato a Salerno il 29.10.1993, residente a Battipaglia (SA), pluripregiudicato, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Salerno;
  8. FRANCIONE Adriano, nato a Donaveschingen (D) il 25.06.1980, residente a Battipaglia (SA), pluripregiudicato;
  9. LANDI Carmine, nato a Battipaglia (SA) il 6.01.1678, ivi residente, pregiudicato;
  10. RAINONE Francesco, nato a Montecorvino Rovella (SA) il 9.10.1975, residente a Bellizzi (SA), pregiudicato;
  11. SALERNO Giuseppe, nato a Battipaglia (SA) il 24.03.1980, ivi residente, pluripregiudicato, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Salerno;
  12. SORRENTINO Antonio, nato a Torre Annunziata (NA) il 13.09.1949, residente a Boscoreale (NA), pregiudicato, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Napoli-Poggioreale;
  13. STROLLO Vincenzo, nato a Battipaglia (SA) il 19.09.1984, ivi residente, pregiudicato;

 

 

 

ARRESTI DOMICILIARI

 

 

  1. ABBATE Rosanna, nata a Napoli il 18.05.1994 ivi residente nel quartiere Scampia-Lotto H;
  2. CASTAGNA Mario, nato a Salerno l’8.12.1992, residente a Battipaglia (SA), pregiudicato;
  3. CURCIO Giuseppe, nato a Battipaglia (SA) il 22.09.1992, ivi residente, pregiudicato;
  4. D’ALESSIO Gerardo, nato a Battipaglia (SA) il 2.08.1989, residente a Giffoni Valle Piana (SA), pregiudicato;
  5. DEL MASTRO Pietro Junior, nato a Battipaglia (SA) il 31.05.1992, residente a Bellizzi (SA), pregiudicato;
  6. DI MARTINO Guglielmo, nato a  Torino il 19.09.1981, residente a Bellizzi (SA), pregiudicato;
  7. DI MATTEO Anna Rita, nata a Eboli (SA) il 22.05.1976, residente a Bellizzi (SA), pregiudicata;
  8. GENOVESI Nello, nato a Battipaglia (SA) il 31.05.1990, ivi residente;
  9. LAMBERTI André Jean Victor, nato a Nimes (F) l’1.04.1984, residente a Pontecagnano (SA);
  10. MANDIA Felice, nato a Battipaglia (SA) il 21.09.1966, ivi residente;
  11. MOFFA Andrea, nato a Battipaglia (SA) il 23.04.1991, residente a Montecorvino Pugliano (SA), pluripregiudicato, attualmente detenuto agli arresti domiciliari;
  12. OLIVIERI Carmine, nato a Eboli (SA) il 15.02.1987, ivi residente, pregiudicato;
  13. PONE Vittorio, nato a Napoli il 27.06.1992, ivi residente nel quartiere Scampia-Lotto H;
  14. RIZZO Loreto, nato a Battipaglia (SA) il 25.09.1983, residente a Bellizzi (SA), pregiudicato;
  15. ROMANIA Francesco, nato a Flawil (CH) l’8.10.1980, residente a Boscoreale (NA), pluripregiudicato;

 

 

           

OBBLIGHI DI DIMORA

 

 

  1. GIULIANI Samuel, nato a Roma l’8.04.1994, residente a Pontecagnano (SA), pregiudicato;
  2. IANNELLO Carlo, nato a Napoli il 6.05.1995, residente a Battipaglia (SA);
  3. LAMBIASE Gaetano, nato a Salerno l’1.06.1992, residente a Pontecagnano (SA);
  4. LAMBIASE Vincenzo, nato a Salerno il 15.09.1995, residente a Pontecagnano (SA);
  5. MERCADANTE Raffaele, nato a Salerno il 13.10.1992, residente a Pontecagnano (SA).

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